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Maledetta esterofilia!

Oggi viene da me in visita un paziente con una decina di impianti Garbaccio nel mascellare superiore tutti fracassati. Rotti, a pezzi. La protesi,  un’arcata completa superiore, fracassata anch’essa.  Spezzata in due all’altezza dei centrali. Ceramica frantumata.
Paziente non bruxista. Ma divoratore di castagne secche e torrone.
Questo è qualcosa di cui dovremmo tenere conto quando pensiamo che i nostri pazienti siano tutti consci della delicatezza di certi nostri interventi, e responsabili, e preoccupati come noi del nostro operato. Non è così. E non è così per un motivo semplicissimo: la nostra bocca è una macina, un apparato di frantumazione, uno strumento per disintegrare e fare a pezzi. Dunque uno strumento di lavoro e di un lavoro pesante. Poi non è così per tutti, poi ci siamo civilizzati ed evoluti e usiamo la nostra bocca più elegantemente e moderatamente, frenando gli istinti e cercando di preservare gli investimenti. Ma mica tutti.
Tra i pazienti di una vita ho visto mangiatori di ghiaccio, che al pesante lavoro meccanico uniscono il danno della refrigerazione dei materiali; pescatori avvezzi a schiacciare coi denti  i piombini sulle lenze; carpentieri capaci di pensare di poter usare denti e impianti per strappare i chiodi dalle tavole di legno delle cassonature; contrabbandieri “obbligati” ad usare i denti per attaccarsi ai rami degli alberi dovendo usare due braccia e relative mani per imbracciare il fucile; stappatori di bottigliette di birra invasati dalla propria virile potenza; macinatori di ossa di pollo, pare buonissime a loro dire; feroci frantumatori di chele di crostacei; e quelli della frutta secca, gente che in una sera può spaccare coi denti i cento e più gusci di noci e nocciole e mandorle ; ho avuto anche un mangiatore di riso crudo e un mangiatore di vetro. Ah, dimenticavo, uno che apriva i flaconi di sciroppo per la tosse con i denti, non era un bco cronico, niente tosse, semplicemente era goloso di sciroppo e se ne “sciroppava” flaconi su flaconi il cui tappo a vite si incollava per l’alto contenuto di zucchero e lui lo svitava con i denti. Tralascio i divoratori di confetti e caramelle dure, di croste di formaggio grana ecc ecc per essere quasi normali. E tralascio quanti, a qualunque titolo, utilizzano i denti come attrezzi. Tutto questo per dire che certe raffinate bizantinerie, certe ossessive attenzioni alla papilletta, al cingoletto, alla cuspidetta piuttosto che alla bombatura radicolare o alla perfetta modellazione di una restaurazione conservativa occlusale di un settimo superiore, a volte, forse, sono virtuosismi volti più alla soddisfazione del proprio ego professionale che ad una reale necessità del paziente. E condannati spesso ad una vita assai breve…
La cosa buffa, invece, è che questo paziente era stato operato una quindicina di anni prima in uno studio in cui veniva un luminare dal Brasile, eminenza scientifica e accademico assai noto, ad operare pazienti implantologici a cadenza fissa bimestrale. E fin qui niente di strano. Quel che è strano davvero, e la dice lunga sulla stupidità nostrana, è che questo professorone veniva in Italia a fare interventi d’implantologia di scuola italiana!!! Ora questa implantologia bistrattata e squalificata in casa nostra, si riqualificava come scientifica e a la page se a farla era un bischero brasiliano, e al punto da poter entrare in uno studio rinomato e di quelli cari da puzza sotto il naso.  Il brasiliano, poi,  mica era tanto bischero, anzi, quello era un furbacchione di tre cotte, bischero era l'italiano che lo faceva venire dal Brasile a mettere gli impianti di Garbaccio quando aveva Garbaccio a un tiro di sputo. E sicuramente più economico.

Non ci potevo credere! Questo era venuto qui a imparare e qui ritornava periodicamente, dandosi un sacco di arie, a portare in uno studio prestigioso, in cui noi italiani non avremmo mai potuto entrare, quell’implantologia che da noi italiani non sarebbe mai stata accettata, facendola male e avallando protesi orribili oltre ad un perverso uso della tecnica di elettrosolidarizzazione endorale.
Potenza della stupidità umana! E viene da me con l’aria di chi, avendo perso il suo guru, non può far altro che accontentarsi. Roba da chiodi….

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