Tramonte fa ancora scuola!
Fonte dell'immagine: Doctor Os, Aprile, pagina pubblicitaria. Guarda il testo sottostante
Allora, senza alcuna intenzione di fare polemica ma col solo intento sacrosanto di riaffermare meriti e priorità storiche, colgo l'occasione dell'osservazione casuale della locandina pubblicitaria che vi mostro, in cui viene presentato il trattamento di superficie ridotto alla parte apicale dell'impianto come da me introdotto per la prima volta al mondo nel 2010, per fare un piccolo riepilogo dei fatti, a beneficio dei troppo giovani ai quali la storia non è stata raccontata come si deve e li si induce a pensare che l'implantologia italiana è tutta da buttare perché obsoleta e cialtronesca. L'implantologia a carico differito di scuola svedese nacque con l'intento di opporsi e dimostrarsi migliore dell'implantologia di scuola italiana che perseguiva il carico immediato con percentuali di successo superiori al 95 % già negli anni '60. I presupposti concettuali erano opposti e opposti erano anche molti dei suoi principi. Ma nel corso degli anni l'impantologia svedese fu obbligata a riconoscere i propri errori e imparare dalla scuola italiana, da cui attinse a piene mani tecniche principi e concetti progettuali fino ad una contaminazione totale che l'ha portata ad avvicinarsi così tanto alla scuola italiana, che ferocemente aveva contrastato per due decenni, da non poterle più distinguere l'una dall'altra se non per il fatto che gli impianti di scuola svedese sono a connessione protesica e quelli della scuola italiana no.
1959 - Tramonte disegna il primo impianto specifico per il carico immediato, caratterizzato da un passo molto ampio e una spira molto ampia. Verrà definita troppo aggressiva (?), criticata ferocemente ed osteggiata per decenni, ma sarà poi adottata da tutte le marche per le rispettive linee di impianti a carico immediato.
1961 - Tramonte introduce per primo l'area di rispetto biologico. Ci vorranno vent'anni di "retrazione fisiologica" dell'osso, vera e propria iatrogenia implantologica, prima che gli impianti sommersi si decidano a imparare da Tramonte e si dotino a loro vota di questo basilare principio progettuale.
1963/64 - Tramonte introduce il titanio in implantologia, sia nell'uso clinico e sia nella commercializzazione. Branemark lo seguirà nel 1965 sperimentalmente e nel 1978 la commercializzazione. Tramonte incomincia ad usare il Ti2 e Branemark segue a ruota. Ma l'impianto Tramonte è un impianto monoblocco, senza connessione protesica, e la sua emergenza, di diametro superiore ai 2mm, regge. La connessione protesica dell'impianto di Branemark invece no. E' costrretto a passare ad un titanio di grado superiore. Quando poi gli impianti sommersi devono ridurre il diametro iniziale di 5mm per poter trattare un maggior numero di casi, diventa obbligatorio l'impiego del Ti5, per la componentistica protesica, unico in grado di reggere i carichi di lavoro applicati a impianti dalle pareti sottilissme e con viti di connessione che arrivano a 1.6mm e persino 1,4mm, con spessori all'emergenza implantare che possono arrivare a 0,3mm!!
All on four - Si crede che la paternità dell'all on four sia di Malò, ma non è vero: la prima documentazione di un all on four è datata 1950 e l'autore è l'italianissimo Manlio Formiggini.
All on six- E' la configurazione tipo per la riabilitazione dei mascellari codificata da Tramonte nel suo primo testo d'implantologia ( L'Impianto endosseo razionale, 1964), verrà poi abbandonata in favore dell'isotipia di Muratori capace di garantire una maggior percentuale di successo alla distanza.
Guida Chirurgica - Invenzione di Tramonte, compare anch'essa nel testo citato. Adottata in forma massiva dall'implantologia di scuola svedese, ma intorno al 2005.
Flapless - Tecnica appartenuta da sempre all'implantologia di scuola italiana, osteggiata e squalificata fino all'inverosimile da Università ed Accademie scientifiche, ma invidiata e desiderata tanto da mettere a punto un sistema informatizzato per poterla realizzare pur senza averne la capacità chirurgica.
Transmucosi . Riconosciute le qualità ed i vantaggi di un impianto monoblocco transmucoso, l'implantologia di scuola svedese adotta il concetto per trasferire la connessione protesica oltre l'area di rispetto biologico.
Impianti angolati - Un classico dell'implantologia italiana, anche questo osteggiato e deriso per decenni, ripreso e sdoganato col nome di Tilted Implant soprattutto da Malò che ha copiato la nostra tecnica dell'all on six a ventaglio nella piramide canina, eliminando i due impianti centrali. Gli impianti angolati in monoblocco però hanno il grande vantaggio di poter essere parallelizzati per piegatura mentre gli angolati a connessione protesica rendono ancor più problematica la presenza della connessione.
Piegatura dell'impianto - La piegatura dell'impianto fu introdotta nel 1962 da Scialom per poter avvicinare le emergenze dei suoi aghi e solidalizzarle tra loro a costituire un unico moncone. Gli aghi venivano infissi teoricamente in forma di tripodi o bipodi e le loro emergenze divaricate dovevano essere raddrizzate e unite. Quando Tramonte adottò il Ti2, nel 1964, potè trasferire ai suoi impianti questa tecnica per poter parallelizzare impianti angolati e divergenti, cosa che con la preparazione per fresatura in bocca non era sempre possibile né agevole. La prima codifica ufficiale della piegatura, però, la si deve a Garbaccio i cui impianti bicorticali, in Ti2, inseriti spesso angolati, dovevano essere piegati. Garbaccio aveva previsto una chiave specifica "piegamonconi" nel suo cofanetto chirurgico.
Postestrattivi - Un altro caposaldo dell'implantologia italiana utilizzato da sempre e anch'esso copiato dall'implantologia svedese.
Mininvasivita e atraumaticità - Due poderosissimi cavalli di battaglia dell'implantologia italiana, nata proprio con l'intento di essere miniinvasiva ed atraumatica, adottati recentemente dall'implantologia svedese che ne ha scoperto il valore etico, rinunciando all'obbligatorietà del lembo di accesso ed alla osteoplastica delle creste per adattare l'osso a emergenze sempre troppo ampie.
By pass del seno - Tecnica utilizzata da sempre dall'implantologia italiana per risolvere il problema del seno iperpneumatizzato che si avvale di un impianto prossimale inclinato lungo la parete mesiale dels seno e un'altro di inclinazione contraria lungo la parete distale del seno. Anche questa adottata negli ultimi anni dall'implantologia svedese.
Minimpianti - Nati alla fine degli anni 70, copiati quasi subito dalla scuola svedese che abbracciò in questo caso il concetto di monoblocco cambiando però il grado del titanio.
Impianti monoblocco - Gli impianti italiani sono da sempre monoblocco, e tutte le tecniche si sono sviluppate attorno a questa caratteristica. Quando Nobel cercò di copiare anche questo andò incontro ad un autentico disastro che scatenò perfino un'interpellanza parlamentare in Svezia. Il Nobel Direct riscuoteva percentuali di successo inferiori al 50%!!!!
Disparallelismo . Altro concetto sostenuto a spada tratta dall'implantologia svedese era il parallelismo dei corpi implantari. Ci sono voluti decenni anche in questo caso per "accorgersi" che il disparallelismo italiano era più efficace e meno iatrogenico, ma soprattutto più adeguato a sopportare il carico e sfruttare meglio le morfologie ossee. Adottato anche questo.
Platform Switching - Tentativo di mimare l'emergenza ridotta degli impianti di scuola Italiana. A rigor di termini l'impianto Tramonte è stato un impianto platform switching ante litteram.
Saldatura endorale - Penultimo saccheggio degli strumenti e delle tecniche italiane da parte dell'implantologia di scuola svedese. La saldatrice endorale appartiene alla scuola italiana dal 1978 e ci è costata il dileggio e lo sbeffeggio da parte di coloro, appartenenti alla scuola svedese, che oggi la sfoggiano come una grande trovata. Loro.
Impianti lunghi -La scuola svedese ha sempre criticato la nostra abitudine di utilizzare impianti la cui lunghezza fosse la maggiore possibile, affermando che oltre una certa lunghezza era inutile andare. Però quando poi gli toccò fare il carico immediato su pochi impianti (all on four) allora improvvisamente si scopre che gli impianti lunghi servono eccome. E non solo quello ma pure il Bicorticalismo, altro cavallo di battaglia della scuola italiana.
Trattamento di superficie - E questa è l'ultima chicca. Nel 2010, pressato dalle continue richieste del mercato e dalla disaffezione dei clienti, decido di adottare anch'io il trattamento di superficie, cui mi ero sempre opposto. Ma assolutamente conscio dei pericoli e degli svantaggi che comportava, decisi di trattare solo la metà inferiore dei miei impianti. E ancora una volta abbiamo fatto scuola: di lì a poco Simion avrebbe sostenuto pubblicamente la carica nociva dei trattamenti di superficie e sul suo impianto copiò la configurazione di trattamento da me concepita sei anni prima. E ora tutti a ruota: l'immagine che pubblico proviene da una pagina pubblicitaria di Doctor Os di aprile, che ritrae un impianto della scuola svedese che sfoggia tutto tronfio il suo trattamento ridotto all'italiana!
Tutte queste tue precisazioni sono inappuntabili,e' vergognoso che tutto ciò non venga riconosciuto dalle accademie internazionali .
Le basi della Implantologia sono state dettate da alcuni seri e illuminati medici dentisti italiani più di 50 anni fa .
Persone eccezionali che meritano riconoscimenti da tutto il mondo Implantológico.
E' vero, Sandro, è vergognoso, ma come dicono gli anglosassoni, business is business.