Paziente iatrofobica 1
Paziente di sesso femminile di anni 42 al momento dell'intervento, senza patologie sistemiche, con la fobia dei medici: non ha mai fatto una visita ginecologica. Riferisce di essere stata costretta dalla sua condizione fortemente decaduta a subire avulsioni multiple alle arcate dentarie circa un anno prima. Arriva alla nostra osservazione dopo una serie di visite deludenti presso altre strutture, grazie ad un articolo comparso sul Giornale, da cui ha tratto la sensazione che avrebbe "trovato il miracolo" come ama ripetere.
Si presenta alla visita nel 2008 dotata di propria panoramica, queste le condizioni iniziali:
Le condizioni, che all'OPT parrebbero di media difficoltà, si rivelano severe all'esame tomografico da cui risultano spessori diffusi di circa 2 mm.
La paziente soffre una condizione iatrofobica poderosa che le impedisce di avere rapporti coi medici, non è mai andata da un ginecologo, è fortemente provata dal trovarsi sulla poltrona odontoiatrica, in preda a un'ansia incontrollabile e ad evidenti segni di panico. Ma l'impossibilità di continuare a sopportare i dolori e la disfunzione la portano ad accettare un piano di lavoro che sia totalmente esente dall'uso del bisturi. Le viene proposto un intervento secondo la scuola italiana d'implantologia usando Viti di Tramonte, di Garbaccio e aghi di Scialom per adattarsi il più possibile alle condizini osse senza intervenire in alcun altro modo.
Rx postoperatoria arcata superiore 03.06.08
Rx post op arcata inferiore e ctrl arcata superiore.
Nel 2011 la paziente subisce l'avulsione del 43, sostituito con un impianto.
Nel 2014 la paziente subisce l'avulsione del 44.
Controllo del 2015
Ctrl settembre 2016, la paziente viene per ricementare il ponte inf sinistro. Ad oggi, la paziente si considera miracolata: sta benissimo, nonsoffre di alcun disturbo, non presenta segni né sintomi, Si alimenta correttamente e normalmente. E ancora non è andata dal ginecologo né da nessun altro medico. A parte me.
CONCLUSIONE: Oltre agli innegabile vantaggi che l'implantologia ha per il paziente e per l'odontoiatra, si propone come l'unica terapia accettabile per una categoria di pazienti che, per ragioni varie, percepiscono l'intervento come un impegno psicologico o fisico eccessivo e non sopportabile. E che resterebbero esclusi dalla terapia.
Questo è veramente un caso disperato.