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Società di Scienza Parole, Fatti e Misfatti

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Quando il medico si trova di fronte un paziente-nemico.

Chirurgo rifiuta di operare una paziente perché aveva denunciato un altro medico

Il fatto, come vedrete, risale al gennaio del 2012, ma io l’ho saputo solo ora, e nel frattempo le cose non sono certo migliorate. Ho vissuto anch’io situazioni simili e devo dire che capisco perfettamente lo stato d’animo del collega. Ma è tristissimo, per la società in cui viviamo, che un medico incontri situazioni che gli impediscano di occuparsi di un paziente, ma d’altra parte è inevitabile: quando ti trovi di fronte ad una persona che si comporta nel modo descritto, risulta impossibile stringere quella relazione particolare che sola si stabilisce tra medico e paziente, e che rappresenta la conditio sine qua non, che va sotto il nome di “alleanza terapeutica”. Tra alleati è necessario il rapporto fiduciario, senza il quale nulla è possibile. Ora, molti, moltissimi sono stati i passi che ci hanno allontanato da questa condizione, ma il più importante è stato certamente quello di equiparare le professioni sanitarie ad attività commerciali. I nostri legislatori hanno dimostrato una straordinaria e diabolica determinazione nel distruggere il rapporto fiduciario tra medico e paziente e ora tutti si stracciano le vesti e ne invocano il ritorno. Ma non sarà tanto facile ricostruire quello che è stato distrutto in alcuni decenni. E neppure cambiare mentalità acquisite, comportamenti acquisiti, Per non parlare di tutto l’apparato burocratico, i cui cambiamenti richiedono intere generazioni….

Ai pazienti uno stimolo di riflessione: non accordare la propria fiducia al medico che dovrà occuparsi di voi, significa rendergli il compito tanto gravoso da divenire impossibile. Il medico è un uomo, con tutti i limiti dell’umana realtà, ma per il suo paziente farà tutto il possibile, e qualche volta anche l’impossibile.

Quello che segue è l’articolo, pubblicato su Repubblica:


ore 21.36 del 12 gennaio 2012

E' il primario della clinica Villa Tiberia. Che racconta: "Non ero nella condizione di serenità per effettuare l'intervento. La chirurgia dev'essere affontata con la mente libera e non con la paura di essere denunciati"


Complici la pubblicità negativa dei casi di errori sanitari e l'aumento delle pratiche di medicina difensiva, ora ci sono medici che evitano di operare pazienti che hanno denunciato altri colleghi. E' successo a Stefano Bottari, primario della clinica Villa Tiberia di Roma, che ha preferito non operare una paziente, non urgente, e le ha restituito i soldi della visita, effettuata in regime di intramoenia, dopo che questa le aveva detto di aver denunciato un altro medico. A rivelare l'episodio è l'associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente.

"La persona che è venuta a farsi visitare - racconta Bottari - ha esordito dicendo di essere un caso di malasanità e mi ha chiesto di effettuare un intervento di proctologia, per riparare i danni causati, a suo giudizio, da un'operazione di altra natura in un altro ambito 'riuscita male'. Ma io non sapevo se la patologia era effettivamente conseguenza del primo intervento".

A quel punto, visto anche l'atteggiamento "rivendicativo", il medico ha preferito non operare. "E' la prima volta che mi capita e mi è dispiaciuto molto - continua - ma non mi sono trovato nella condizione di serenità giusta per compiere un intervento chirurgico. Mi sentivo in tensione e in pericolo per l'eventualità di essere esposto anche io e la struttura nella quale opero a ritorsioni legali. La chirurgia deve essere affrontata con la mente libera e con il giusto stato d'animo, e non con la paura di essere denunciati. Altrimenti aumentano anche i rischi per il paziente".

Il clima attuale ha reso, secondo il medico, più difficile il suo lavoro come quello degli altri colleghi. "Anche usare il termine malasanità, come malavita, non lo trovo giusto - aggiunge - E' sbagliato fare di tutta l'erba un fascio". Duro il commento di Maurizio Maggiorotti, presidente di Amami: "Se la legge non ci metterà al riparo dai danni conseguenti alle denunce infondate di malpractice, i medici, impauriti, si asterranno dall'operare cittadini non urgenti."

http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/roma/cronaca/2012/01/12/news/chirurgo_rifiuta_di_operare_una_paziente_perch_aveva_denunciato_un_altro_medico-28009664/

 

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