Benché sia solo una tecnica chirurgica, l’impianto a cavaliere laterale è diventato tanto famoso da meritare una sezione a sé stante, in cui raccoglieremo tutti i dati e gli aggiornamenti al riguardo. L’impianto a Cavaliere Laterale è nato nel 1998, a seguito della pressante ed ossessiva richiesta che un paziente ciclicamente sottoponeva al Dott. Silvano U Tramonte: risolvere il problema di atrofia mandibolare severa che lo affliggeva nella parte destra, senza dover subire traslazioni del NAI, improbabili quanto inaffidabili ricostruzioni osse, apparecchiature mobili o quant’altro non fosse una pura e semplice protesi tradizionale su impianti invece che su denti naturali.
Chi soffre di atrofia mandibolare di grado severo, mostra un riassorbimento verticale grave della mandibola e tale da lasciare assai poco osso residuo al di sopra del canale mandibolare, ma spesso ancora abbastanza conservato al di sotto. la sfida era appunto questa: trovare il sistema di sfruttare l’osso residuo del paziente quasi tutto concentrato al di sotto del NAI. E nacque così l’impianto a Cavaliere Laterale. A ventidue anni di distanza l’impianto è conosciuto ormai in tutto il mondo: Cabalgante per gli ispanici, Side Bracket Configuration Implant per gli anglosassoni e più simpaticamente Snake Implant per gli americani e mi piace riconoscerne la paternità alla felice intuizione del Dott. Scott Davis, di Emerald Beach, Australia.
L’articolo che presentiamo è derivato da una famosa conferenza presentata dal Dott. Tramonte al XIX Congresso Mondiale ICOI in Buenos Ayres che suscitò tanto interesse ed entusiasmo da sollecitarne a gran voce il bis, che fu concesso dagli organizzatori in una sala messa a disposizione appositamente per la ripetizione della conferenza.